Si 'cchiu cuinnutu d'una cascia 'i babbaluci!
Tale espressione viene usata in genere nei confronti di individuo che ti ha recato offesa con le sue azioni o parole paragonandolo ad animale viscido e strisciante (e quindi provocante già di per sé repulsione) facente parte della famiglia dei gasteropodi e possessore di notevoli corna in proporzione alla sua massa. Il riferimento alla peculiarità di codesto animale innesta intenzionalmente il dubbio sulla fedeltà del compagno/compagna di vita dell’individuo in questione.
Va stoccati i ammi
Quando si vuole invitare altro individuo che ti ha recato immenso fastidio a recarsi danno da solo lesionandosi gli arti inferiori in qualsivoglia maniera. In genere questo augurio malevolo viene accompagnato da gestualità come afferrare il gomito dell’individuo in questione per dargli miglior slancio nell’attuare tale impresa.
Cu cu ti unci
Dicesi quando si vorrebbe esprimere il proprio disappunto nei confronti di persona a te vicina riguardo agli individui con cui suole accompagnarsi nel suo tempo libero. Si può dar enfasi a tale biasimo aggiungendo l’espressione "c'aranci in tierra"
Va ieccati na atta moitta 'nta faccia
Dicesi quando un individuo vorrebbe esprimere tutto il suo disappunto alla vista di un altro individuo e vorrebbe manifestare la volontà di veder sparire il suo volto in maniera brutale possibilmente nascondendolo dietro una gatta morta la cui visione è preferibile. In questo periodo un certo numero non precisato di italiani (15.000.000 per la Questura 15 per Emilio Fede) hanno attaccato una gatta morta davanti la televisione ogni qualvolta trasmettono il tg.