SiculoPedia

SiculoPedia

PROGRAMMA:

ORE 9.00: Colazione con moffelette cunzati con olio sale pepe origano acciughe sott'olio e fettine di primosale.
Per i più piccoli, li attende “u Cannistru”, cesta colma di frutta secca, di martorana, cioccolatini, pupi di zuccaro e puppacena.
Nel consumo di tali prelibatezze i bimbi sono aiutati dagli adulti con la scusa che a loro gli può fare male il pancino (si narra che gli adulti siano immuni da tali dolori)

Il fegato già di prima mattina viene risvegliato da un sonoro manrovescio che farebbe risvegliare per l'appunto anche i morti

DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00: visita ai defunti.

Si alzano le quotazioni in borsa delle aziende che vendono piante e fiori.

ORE 13.00: Pranzo frugale che comprende aperitivo, antipasti, due primi, tre secondi e quattro contorni.

Il fegato si sente come se gli avessero somministrato doppia dose di barbiturici.

ORE 16.00: Fine pranzo. Viene servito ai commensali il tipico “caffè in pietra”, cioè preparato con una caffettiera da 10 tazzine che viene usata solo per le grandi occasioni. Il caffè è così denso che si può assaporare con la forchetta.
Per i più intrepidi, si può diluirlo con fernet e sambuca in modo da fargli assumere la forma della malta. Se rimane , lo si può usare per tipici lavoretti di bricolage, tipo attaccare le mattonelle nel bagno.

Il fegato viene risvegliato da forti scosse elettriche, come se lo stessero rianimando con un defribillatore.

FINO alle 16.30: gara di rutti, suona allarme Tzunami e valanghe in tutta la Sicilia.

Il fegato sente ancora nelle orecchie delle voci come qualcuno che grida “1, 2, 3, libera! 1, 2, 3, libera!”

DALLE 17.00 ALLE 18.00: si staziona nel traffico cittadino insieme all’ 80% dei propri concittadini aspettando di raggiungere l’agognata meta: il mercatino dei morti.
Nel frattempo si può aiutare la mandibola a non perdere il ritmo masticando dolciumi e frutta secca in auto.

Le carie dentarie brindano con lo spumante!

DALLE 18.00 ALLE 19.00: Si trascorre il tempo alla ricerca “du beddu poistu”, cioè di un parcheggio violando le leggi di gravità oltre che il regolamento stradale. Inquietanti nenie provengono dalle singole auto che vagano e che citano tutti i santi in ordine alfabetico, cronologico e tipologia di martirio.

DALLE 19.00 ALLE 19.10: VISITA AL MERCATINO DEI MORTI. Si avrà ricordo non tanto degli oggetti venduti dalle bancarelle, ma delle spalle delle due fila di folla che vi separano dal bancone dello stand.

DALLE 19.10 ALLE 20.00: Si trascorre il tempo aspettando “du coinnutu” che si è posteggiato in terza fila, bloccando la tua macchina che è “solo” in doppia fila.

DALLE 20.00 ALLE 21.00: Si trascorre del piacevole tempo in mezzo al traffico cercando di raggiungere l’agognata meta: A so casa!

Al loro rientro, i siculi troveranno ad attenderli gli assistenti sociali, convocati dai loro fegati per maltrattamenti.


Domenica, 28 Settembre 2014 19:53

Cosi chi pampini

Evento siculo di cui gli organizzatori sono così orgogliosi da voler rendere partecipe il mondo intero e anche gli altri pianeti del suo accadimento tramite utilizzo di accessori e addobbi sbrilluccicanti e vistosi. L’evento così assume una portata così eccezionale da essere recepito anche dai satelliti della NASA.  Come per esempio utilizzare i fuochi di artificio per festeggiare un genetliaco,  addobbare i negozi per le feste con luminarie che bucano la retina o recarsi alla chiesa per lo sposalizio avvalendosi di una limusine 30 posti che si deve incuneare tra le strette viuzze urbane.

Giovedì, 11 Settembre 2014 11:57

Pioggia A MINCHIA

Quell'evento atmosferico che si manifesta giusto in quella mezz'ora che intercorre tra l'uscita dall'ufficio e il rientro a casa, e che cessa immediatamente dopo l'arricampamento nella propria magione . Condizione fisica post-evento: PUDDICINO VAGNATU.

Giovedì, 24 Luglio 2014 12:40

19 Luglio

19 luglio 1992
Mi ricordo.

Mi ricordo che non ero a Palermo.

Mi ricordo che ero in viaggio con la famiglia per l’Emilia Romagna.

Mi ricordo che quando è uscita la notizia, i siciliani il giorno prima venivano considerati degli usurpatori dei lavori altrui e il giorno dopo eravamo diventati dei profughi che fuggivano da una guerra in corso.

Mi ricordo il ritorno in Sicilia in macchina.

Mi ricordo che prima dello Stretto sentivamo le cassette dei Mattia Bazar e degli Eagles (unica musica che ci metteva d’accordo tutti) e che dopo regnò il mutismo nel vedere la fila di camion e carri armati per l’autostrada che si dirigevano a Palermo.

Mi ricordo del prima e del dopo. Della prima bomba che ci aveva stordito e della seconda bomba che ci aveva fatto incazzare e cambiare.

Mi ricordo del prima e del coprifuoco e del dopo e di via Cassaro chiusa, delle mura delle Cattive e di Palermo di Scena.

19 Luglio 2014
#VadoInViaDAmelioPerché mi ricordo e non voglio dimenticare di chi è morto per noi e a causa nostra e non solo per Cosa Nostra.

Mi ricordo per non dimenticare che adesso dobbiamo cambiare nuovamente senza aspettare il sacrificio di nuovi martiri e eroi.
(Rox)

Giovedì, 24 Luglio 2014 12:37

La 101 colpisce ancora

Sentita oggi sulla 101

"Signora, ma cchì 'avi à picciridda, chianci di moriri!!! "
" mah, che vuole , è LARIA ...."
" ma no , certo è bruttaredda, macàri assimigghia al padre, ma vedrà che con l'età s'aggiusta ! "
"veramente volevo dire che è l'ARIA del finestrino che à fà chianciri...
MORALE:
l'autobusso è un apostrofo rosa fra le parole fatti / li cazziceddi tua.
(Cet)

Lunedì, 14 Luglio 2014 13:02

Babbaluci

Gasteropodi terrestri dotati di guscio a forma di conchiglia e di corna, che nonostante il loro aspetto un po’ viscido, sono adorati dagli individui palermitani soprattutto durante “u Fistinu”.

L’etimo del nome deriva per alcuni dall’arabo “babush”, le babuscie (o tappine) dalla punta ricurva verso l’alto, per altri dal greco arcaico “boubalàkion”, bufalo, per via delle corna più pronunciate. In realtà dell’etimo al palermitano purista non è mai importato niente, egli sa solo che ci sono due principali gasteropodi buoni da “schiticchiare” (piluccare):

- gli attuppateddi sono un po’ più piccoli ma coriacei e sono buoni con aglio, olio e prezzemolo.

- i crastuna un po’ più grandi e buoni con il "picchi pacchi" (pomodoro pelato).

Tali esseri pagano lo scotto della canzone “viri chi dannu ca fannu i babbaluci, ca cu li coinna ammuttanu i balati”, a causa della quale il palermitano, subendo sin da piccolo il retaggio negativo di tale filastrocca, si è inventato una punizione non esattamente adeguata alla colpa: per prima cosa le lumache vengono spurgate per tre giorni (cioè lasciate a digiuno), e questo per il siculo già di per sé costituisce una delle punizioni peggiori che si potrebbe subire. Successivamente vengono bollite nella “quarara” e poi soffritte nell’agghia e nell’ogghio, infine serviti salati e pepati e con abbondante spruzzata di pitrusino (prezzemolo). Tale alimento conduce ad uno stato estatico sull’individuo mangiante ma un danno permanente all’organo visivo e olfattivo dell’immane umanità che li circonda durante il festino e che è costretta a subire la visione di migliaia di palermitani soddisfatti con il prezzemolo tra i denti e olezzanti di aglio.

La tecnica per ingerire tale alimento è la “sucata”, cioè suggere il corpo carnoso del gasteropodo dalla conchiglia in maniera “impropria” (secondo la moderna giurisprudenza statunitense) e possibilmente in maniera rumorosa seguendo le istruzioni del metodo Lewinski. In pratica il colpo di grazia della punizione sopracitata (coinnutu e vastuniatu).

Il fine principale dell’ingestione di tale alimento durante il festino è per “assuppari u vinu”, cioè per rendere il proprio organismo idoneo a metabolizzare enormi quantità di alcool ingerite.

Babbaluci e viri chi manci!

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 19:35

Mi facisti fetere

Espressione rivolta a individuo con cui si era predisposto un orario ben determinato per un appuntamento, il cui ritardo abissale ha portato ad un processo di ammuffimento marcimento dell’attendente che si palesa all’esterno con la produzione di olezzo sgradevole alle narici altrui.

Lunedì, 23 Giugno 2014 19:35

Acchì ssì susuto/a

Espressione di galateo siculo utilizzata da individuo  “lagnuso” al fine di commissionare a terzi lo svolgimento di attività che arreca benefici solo a se stesso, approfittando della posizione eretta del primo malcapitato che si trova a gravitare nelle sue vicinanze.

 

 

Sabato, 17 Maggio 2014 10:40

L'aggettivo "solo" nella cultura sicula

L’aggettivo “solo” nella cultura sicula
Di (Rox)

“Solo”:

agg. Riferito a cosa (con o senza articolo), esclude l’aggiunta di cose diverse da quella nominata, con significato analogo a «senza nient’altro che».

Per esempio <a pranzo ho mangiato solo un’insalata> significa che sono stati mangiati degli ortaggi conditi con un po’ di olio e sale senza l'aggiunta di altri ingredienti.

Per il siculo, se tale aggettivo viene linguisticamente associato a particolari tipi di alimenti, assume un significato completamente diverso, mai privativo, anzi, implica la presenza, insieme alla pietanza citata, di un mondo di ingredienti e condimenti paradisiaci (nel senso che hanno la capacità di mandarti all’altro mondo).

Per esempio:
< A pranzo ho mangiato “solo” una brioscia>. che si traduce in una morbida brioches gigante con 50 kg di gelato dietetico (cioccolato, bacio, nocciola, fior di latte) che rischia di mandarti in coma diabetico.

<A colazione mi sono preso “solo” un pezzo di rosticceria>. E se il pezzo di rosticceria è un calzone fritto, una ravazzata o la rizzuola, equivale a dire che si è fatti la colazione con il plutonio.

<Per antipasto ho preso “solo” un po’ di peperonata e caponata>. E’ l’equivalente di ammettere di aver ingerito del materiale non facilmente biodegrabile per il nostro organismo e quindi non digeribile per le prossime 72 ore.

<Mia madre mi ha preparato per cena “solo” la pasta al forno> che si traduce in carboidrati nascosti all’apparenza in innoqui anelletti, che nuotano nel sugo di tritato, melanzane fritte, uova sode e formaggio filante (e questi sono solo gli ingredienti di base senza aggiunte a fantasia). In pratica ogni boccone equivale ad una portata diversa e ogni porzione contiene almeno 20 bocconi. Il risultato è il medesimo della partecipazione ad un ricevimento matrimoniale.

Se non sei abituato a tali alimenti giornalieri siculi, potresti avere conseguenze nefaste per il tuo organismo. Ecco perché il siculo che vive all’estero (oltre lo stretto di Messina), viene detto “trapiantato”, perché quando ritorna da un viaggio in Sicilia, ha bisogno "solo" di un trapianto di fegato.

Giovedì, 24 Aprile 2014 19:25

Il siculo all'estero

Il siculo all’estero
di (Rox)

Quando il siculo travagghia all’estero (inteso oltre lo stretto di Messina), viene visto dalla sua famigghia come uno stoico, strappato alla sua terra natìa, costretto alla lontananza dai suoi cari e, soprattutto, costretto a rinunciare ad una buona e sana alimentazione.

Così la famigghia rimasta cerca in qualche modo di colmare tali carenze tramite uno strumento fondamentale: la telefonata serale.

La telefonata serale ha la funzione principale di indagare sugli usi e costumi alimentari dei propri figli.

- Mangiasti? (Ciao figliuolo/a, come stai?)
- Mamma, sono le sei di sera, ancora è presto (bene madre, grazie).
- Ma ce l’hai qualcosa da mangiare? (ma sei sicuro/a?).
- Si, mamma, appena finisco di rullarmi e fumarmi due canne, mi mangio la pasta al forno che mi hai mandato oggi con il corriere espresso (Certo madre, stamane mi è anche arrivato/a il vostro segno di affetto).
- Bene figghiu/figghia, l’ho fatta come ti piace, a 8 piani, con le polpette dentro che fanno “sustanza”. (Amore, ci manchi, tieniti in forma)

Puoi fare qualsiasi cosa, puoi dire qualunque cosa, l’importante è che mangi “a sustanza”, poi il resto non conta. Si chiama udito materno selettivo.

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