SiculoPedia

SiculoPedia

Mercoledì, 31 Dicembre 2014 12:57

Attassare ru Friddu

Stato di letargia che colpisce il siculo soprattutto durante la stagione invernale (della durata di circa una settimana) e che fa percepire la sua temperatura interna di almeno 20 gradi in meno rispetto alla reale temperatura esterna. Tale condizione genera nel trinacriota un tale turbamento interiore da causare una quiescenza delle sue membra, un calo della sua vitalità e di conseguenza un rallentamento delle sue funzioni vitali trasformandolo infine in un eremita rintanato “a sò casa”.

 

 

Mercoledì, 31 Dicembre 2014 12:57

Friddu ri Moriri

Stato meteorologico che si verifica con la stessa frequenza di una aurora boreale e che nonostante avvenga solitamente durante il solstizio invernale, sorprende sempre all’improvviso il siculo come  un cannolo senza ricotta o un infarto fulminante. Tale condizione causa un disturbo borderline della personalità trinacriota portandolo ad avere una profonda nostalgia del “cavuru ri moriri” e convincendolo di essere al termine del proprio ciclo vitale.

 

 

Mercoledì, 31 Dicembre 2014 12:57

Ti pari ca ‘un ti vìu, ma A tìa taliu

Espressione utilizzata da creatura trinacriota dotata della capacità mitologica di vedere tutto, come il gigante Argo dai molteplici occhi, la quale viene rivolta ad altri individui mentre si stanno accingendo a compiere gesto non permesso dalla morale sicula nella convinzione di non essere visti (“ammucciuni”). Tale manifestazione vocale generalmente viene accompagnata dal tipico sguardo che uccide (cafuddare ca taliàta) dotato del potere di immobilizzare gli arti superiori e inferiori di tali soggetti impedendogli di portare a termine l’azione incriminata.

 

 

Giovedì, 11 Dicembre 2014 18:09

Postillare - Il settimanale Online per tutti!

Collaborazione e amicizia. E' questo che ci lega ai ragazzi di Postillare Rivista. Li abbiamo conosciuti grazie ad una video intervista che ci hanno fatto a luglio, in occasione della presentazione del nostro libro alla Mondadori. Libro su cui hanno poi fatto una bella recensione. Ed è stato subito "ammore". Postillare Logo

Da lì abbiamo iniziato a collaborare a vari progetti. Quello portato a termine con successo è stato l'organizzare la serata "Rosalia, la storia della santuzza raccontata con i pupi siciliani", presso il teatro degli Argento, antichi pupari. Serata emozionante e ricca di soddisfazione. Insomma, come diciamo noi di Siculopedia "cosi chi pampini"!

I postillini ci hanno poi seguito e continuano a seguirci in parecchie delle nostre presentazioni "siculopediche" e il nostro, come già detto, non è solo un rapporto di collaborazione ma di grande stima e profonda amicizia.
Di seguito, i link di riferimento:

Sabato, 29 Novembre 2014 19:51

'Un tà firi!

Formula orale rivolta, anche ripetutamente, ad individuo siculo mentre è intento a svolgere una azione, in modo da insinuare anche in lui il tarlo del dubbio sulle sue capacità tecnico-pratiche di portare a termine l’opera. Tale espressione ha la capacità di minare la sicurezza altrui (portando attasso cioè sfortuna) influenzando l’esito dell’impresa che avrà comunque conseguenze disastrose. Generalmente tale espressione viene rivolta a chi si è assunto la responsabilità di badare all’arrostuta.

 

 

Sabato, 29 Novembre 2014 19:51

Chiffà? ‘Un ti firi?

Espressione verbale rivolta a individuo che mette in dubbio la nostra capacità e moralità nello svolgere un’azione affidataci. Tale formula esplicita anche una velata minaccia che spinge l’individuo malpensante, nonostante le sue perplessità, ad affidarci comunque l’impresa.

 

 

Domenica, 23 Novembre 2014 10:57

Si chiù duru da calia

Rivolto a individuo il cui cervello, a causa del suo scarso uso, si pietrifica esternamente formando una patina dura e resistente simile alla “scorcia” (buccia) della frutta secca (ceci, pistacchi). A causa di tale evento fisico, le idee di tale individuo rimangono imprigionate dentro tale involucro e non riescono ad uscire per cui tutto ciò che viene espresso dal suo orifizio appare al mondo esterno come stupido e insensato.

 

 

Domenica, 23 Novembre 2014 10:57

Pinnuluni

Espressione rivolta ad individuo il cui aspetto fisico e l’acutezza di spirito viene paragonata a organo riproduttore maschile in versione Golia (il gigante). Egli è convinto di distribuire perle di saggezze ma l’effetto delle sue affermazioni producono il medesimo effetto delle perle di gutalax.

 

 

Sabato, 08 Novembre 2014 11:42

E chi semu nne tropici?

Manifestazione di disappunto nei confronto di “meteo a minchia” siculo che alterna momenti di “sdilluvi” a “suli chi spacca i balati”, insinuando il dubbio nel trinacriota di essere stati appena teletrasportati in zone torride durante il clima monsonico.

 

 

Sabato, 08 Novembre 2014 11:19

Conzare (gli innumerevoli utilizzi)

Conzare
(Gli innumerevoli utilizzi secondo Siculopedia)

Si conza il panino (si condisce)

Si conza la tavola (si apparecchia)

Si conza u liettu (prepara)

Ci si conza (ci si veste)

È un termine importante perché con un solo vocabolo si parla di tre argomenti fondamentali per tutti i siculi e le loro famigghie:

U Manciari (il cibo), u vestiri (l’abbigliamento) e u dòrmiri (il giaciglio dove posare le proprie perenni stanche membra).

Perché per il siculo è importante che un panino sia ben “conzato” e quindi ci si deve “scatofollare” due quintali di condimento altrimenti non fa “sustanza” per divenire “IL” panino. Provate a guardare “u pani e paneddi” e “ u pani ca meusa”, in cui il condimento fuoriesce da lato tagliato del panino in modo tale che il primo morso non è al pane.

Perché per il siculo è importante che la tavola sia degnamente conzata, quindi apparecchiata con il fabbisogno come posate, piatti, sottopiatti, bicchieri per vino e acqua, oliera, porta pane, porta tovaglioli, tutto alternato da enormi piatti da portata altrimenti significa che si sta "pistiando" (facendo spuntino spizzicando il cibo).

Infine a seconda dell’occasione (soprattutto cerimoniale) per il siculo è importante conzarsi bene. Ma la percezione del “bene” in questo caso diviene assolutamente soggettivo. Pensiamo ai tasci, zaurdi e zalli.

"Ma comu ti conzasti? Ma comu si conzò?"

Queste sono le tipiche frasi che si sentono durante il curtigghiu o lo sparraciuniu da parte di signore attempate (ma anche no) che osservano attentamente il passìo della domenica, per le feste patronali e le cerimonie.
C’è l’abito della domenica, c’è l’abito del matrimonio, l’abito per il battesimo, la prima comunione e la laurea.
Se abiti in città puoi avere il c… ehm, la fortuna di avere inviti a ricevimenti con gruppi familiari o sociali differenti, e puoi riciclare lo stesso abito, ma in paese non puoi permetterti di indossare la stessa mise perché ti può capitare di partecipare nel giro di un mese a tre ricevimenti con gli stessi invitati. In pratica per “conzarti” devi accendere un mutuo.

La morale della favola: megghiu cunzumari un paninu ben conzato che conzumarisi, conzandosi bene.

 

 

 

 

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