Conzare
(Gli innumerevoli utilizzi secondo Siculopedia)
Si conza il panino (si condisce)
Si conza la tavola (si apparecchia)
Si conza u liettu (prepara)
Ci si conza (ci si veste)
È un termine importante perché con un solo vocabolo si parla di tre argomenti fondamentali per tutti i siculi e le loro famigghie:
U Manciari (il cibo), u vestiri (l’abbigliamento) e u dòrmiri (il giaciglio dove posare le proprie perenni stanche membra).
Perché per il siculo è importante che un panino sia ben “conzato” e quindi ci si deve “scatofollare” due quintali di condimento altrimenti non fa “sustanza” per divenire “IL” panino. Provate a guardare “u pani e paneddi” e “ u pani ca meusa”, in cui il condimento fuoriesce da lato tagliato del panino in modo tale che il primo morso non è al pane.
Perché per il siculo è importante che la tavola sia degnamente conzata, quindi apparecchiata con il fabbisogno come posate, piatti, sottopiatti, bicchieri per vino e acqua, oliera, porta pane, porta tovaglioli, tutto alternato da enormi piatti da portata altrimenti significa che si sta "pistiando" (facendo spuntino spizzicando il cibo).
Infine a seconda dell’occasione (soprattutto cerimoniale) per il siculo è importante conzarsi bene. Ma la percezione del “bene” in questo caso diviene assolutamente soggettivo. Pensiamo ai tasci, zaurdi e zalli.
"Ma comu ti conzasti? Ma comu si conzò?"
Queste sono le tipiche frasi che si sentono durante il curtigghiu o lo sparraciuniu da parte di signore attempate (ma anche no) che osservano attentamente il passìo della domenica, per le feste patronali e le cerimonie.
C’è l’abito della domenica, c’è l’abito del matrimonio, l’abito per il battesimo, la prima comunione e la laurea.
Se abiti in città puoi avere il c… ehm, la fortuna di avere inviti a ricevimenti con gruppi familiari o sociali differenti, e puoi riciclare lo stesso abito, ma in paese non puoi permetterti di indossare la stessa mise perché ti può capitare di partecipare nel giro di un mese a tre ricevimenti con gli stessi invitati. In pratica per “conzarti” devi accendere un mutuo.
La morale della favola: megghiu cunzumari un paninu ben conzato che conzumarisi, conzandosi bene.