Il siculo all'estero
Il siculo all’estero
di (Rox)
Quando il siculo travagghia all’estero (inteso oltre lo stretto di Messina), viene visto dalla sua famigghia come uno stoico, strappato alla sua terra natìa, costretto alla lontananza dai suoi cari e, soprattutto, costretto a rinunciare ad una buona e sana alimentazione.
Così la famigghia rimasta cerca in qualche modo di colmare tali carenze tramite uno strumento fondamentale: la telefonata serale.
La telefonata serale ha la funzione principale di indagare sugli usi e costumi alimentari dei propri figli.
- Mangiasti? (Ciao figliuolo/a, come stai?)
- Mamma, sono le sei di sera, ancora è presto (bene madre, grazie).
- Ma ce l’hai qualcosa da mangiare? (ma sei sicuro/a?).
- Si, mamma, appena finisco di rullarmi e fumarmi due canne, mi mangio la pasta al forno che mi hai mandato oggi con il corriere espresso (Certo madre, stamane mi è anche arrivato/a il vostro segno di affetto).
- Bene figghiu/figghia, l’ho fatta come ti piace, a 8 piani, con le polpette dentro che fanno “sustanza”. (Amore, ci manchi, tieniti in forma)
Puoi fare qualsiasi cosa, puoi dire qualunque cosa, l’importante è che mangi “a sustanza”, poi il resto non conta. Si chiama udito materno selettivo.
Tutta sustanza
Ossessione che colpisce abitualmente il genere femminile siculo (mamme, zie, nonne) relativa alla consistenza di cui devono obbligatoriamente dotarsi gli alimenti somministrati alla propria prole. Infatti tale nutrimento, per essere degno di svolgere tale funzione, deve essere di origine controllata sicula e deve avere una tale densità da riuscire a rimanere nell'organismo siculo per almeno una settimana.
Il genere femminile siculo mette in pratica la definizione filosofica di “sostanza” che si traduce in “ciò che sta sotto”. Infatti in una semplice e innocua polpetta sicula, si nascondono e concentrano elementi che possono soddisfare da un punto di vista nutritivo uno stato di media grandezza.
L'apocalittica Pasquetta sicula
L’apocalittica Pasquetta sicula
Di (Rox)
In tutto il mondo occidentale la Pasquetta è un giorno di festa che si trascorre con parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata e attività all’aperto. (cit wikipedia)
“Pasqua con i tuoi, pasquetta con chi vuoi”
Nel mondo siculo, quel “con chi vuoi” fa la differenza.
Perché, ebbene si, il siculo lo vuole passare all’aria aperta, con parenti e amici…
Ma in cuor suo, quello che realmente vuole, desidera e brama è…
…la compagnia abbondante di ovini, bovini e suini… “arrustuti”.
Invece, “in fegato suo”, generalmente ateo e carnivoro, inizia a pregare e sperare che il suo padrone diventi vegetariano.
Ecco quindi il programma della tipica pasquetta sicula.
Ore 9.30: appuntamento in un luogo dove almeno una decina di migliaia di altri gruppi di persone si sono date appuntamento.
Ore 11.00: il tempo che ci vuole per avere individuato il proprio gruppo di appartenenza utilizzando il satellite della Nasa, e dopo una abbondante colazione di caffè, cappuccini, e pezzi di rosticceria di ogni genere, si parte per la propria destinazione: il villino!!! (Il fegato siculo, dopo l’arrivo mattiniero dei primi alimenti strafritti, inizia ad intuire che la sua vita sia in pericolo, estremo pericolo).
Ore 12.00: (se tutto va bene) si giunge al villino.
I masculi iniziano subito a preparare “u luciu” (la carbonella) e decidere l’addetto alla cottura mentre le fimmine fanno la cernita dell’ordine con cui si dovranno arrostire le varie tipologie di carne: sasizza, stigghiole, carni i crastu, mangiaebevi…
Ore 13.00: u pitittu aggredisce i partecipanti e la permanenza della carne nella graticola ha una durata di circa 15 secondi, in pratica si inizia a mangiare carne cruda. Barili di birra e vino di origine sconosciuta si aprono e si consumano per anestetizzare l’olfatto impregnato di carbonio14.
Ore 13.30: carnazza, (il fegato, insieme ai trigliceridi, si sente in ascensore, su, giù, su, giù).
Ore 14.00: carnazza (il fegato viene spinto dal pancreas a farsi un giro sul Galeone).
Ore 14.30: si prende fiato (soprattutto il fegato).
Ore 14.31: carnazza. (il fegato si trova improvvisamente a girare sull’Enterprise).
Ore 15.00: carnazza. (il fegato non vorrebbe, ma gli tocca anche il giro sul tappeto volante).
Ore 15.30: siesta (il fegato ha perso conoscenza).
Ore 16.30: si organizza partitona di calcetto schietti contro ammogliati mentre si iniziano ad arrostire i cacuocciuli (il fegato si riposa e sghignazza, i polmoni iniziano a tremare).
Ore 16.35: si interrompe la partita per mancanza di fiato e di arti (acciuncati).
Ore16.40: si mangiano i cacuoccioli arrustuti con olio sale e pepe (il fegato esordisce “arrieri?”, mentre il polmone gli fa il gesto dell’ombrello sul braccio).
Ore 17.00: torneo di biliardino in cui sono convocati anche tutti i santi.
Ore 18.00: merenda a base di dolci, cannoli, cassate e cassatelle (i trigliceridi risalgono sull’ascensore e trovano il fegato, il pancreas, il colon e la cistifellea ad aspettarli).
Ore 18.30: tornei di briscola in cinque accompagnati dall’amaro Tutone e limoncello con il 99% di alcool e 1% di aroma di limone. (partitone di scopone scientifico tra fegato, pancreas, colon e cistifellea, i trigliceridi sono rimasti sull’ascensore al 50° piano con un profondo senso di nausea).
Ore 20.00: si ricomincia ad arrostire per non sprecare “u luciu” (Il fegato, il pancreas, il colon e la cistifellea simulano una contradanza).
Ore 22.00: spaghettata agghiu, ogghiu e peperoncino (il solito quartetto si lancia in una mazurka).
Ore 23.00: ritorno verso casa con fermata d’obbligo ai chioschetti per elisir digestivo.
Ore 23.10: creazioni di tsunami e Super Sayan battendo un paio di colpi sul petto (gara di rutti tra fegato, pancreas, colon e cistifellea).
Ore 24.00 tutti in fila al pronto soccorso per la lavanda gastrica (il gaviscon era terminato il giorno prima).
Pranzo pasquale dalle zie
Pranzo pasquale dalle zie
di (Rox)
Stamani mi sono svegliata con un po’ di acidità. Sicuramente la colpa è del mio subdolo fegato che le tenta tutte per non farmi mangiare. Non sa che qui in Sicilia l’acidità si neutralizza con altra acidità. E’ una nostra personalissima legge fisica.
Arrivate a casa delle zie, ci avvertono che non ci saranno gli antipasti. Il mio fegato esulta pensando che forse questa volta le zie si siano limitate ad un pasto un po’ più frugale, ma si sbagliava, eccome se si sbagliava (Muhahahahahahaha).
Primo piatto: pasta al forno “ottopiani”, non sono di morbidezza e non si tagliano con un grissino. Quando la zia inizia a tagliare le porzioni di pasta , utilizza la sega elettrica e il mio fegato inizia a capire che niente andrà secondo i suoi piani.
Infatti in realtà l’apporto calorico contenuto generalmente negli antipasti è stato trasferito in due degli otto strati di pasta al forno: uno strato di prosciutto e uno di provola che non metterlo è “‘ncuscienza”, uno strato di uova che fa bene alla “panza”, uno strato di polpette di carne che fa “sustanza”. In pratica, oltre l’antipasto, aveva nascosto anche il secondo, il dolce, il caffè e l’ammazza caffè.
Il mio fegato ha iniziato a sentire Jovanotti cantare: il più grande spettacolo dopo il big bang!
Io: Zia, dopo questo chium…ehm… la pasta al forno non ci sono secondi, vero?
Zia: Ncà picciò!
Secondi1: Dopo che i trigliceridi hanno raggiunto l’ottavo strato, ecco che spuntano a tradimento gli involtini di carne con patate al forno. Il mio fegato inizia a fare esperimenti chimici con gli acidi riuscendo a sintetizzare l’ LSD.
Secondi2: lacerto con sughetto di carote e cipolle. Il mio fegato inizia a spacciare lsd al pancreas, al colon e alla cistifellea facendosi pagare in citrosodina.
Contorno: invece della solita pesantissima insalata, le zie hanno optato per dei delicatissimi carciofi fritti in pastella. Il fegato organizza un reave. All’interno dello stomaco è tutto un luci di neon e raggi multicolori mentre il pancreas, il colon e la cistifellea, sotto effetto della droga, si improvvisano cubisti.
Dopo i primi bocconi, gli involtini e il lacerto iniziano a fare botte con le polpette che già abbondantemente avevano occupato lo spazio nello stomaco. Il fegato non c’era più, al suo posto era stato affisso un cartello con su scritto “Affittasi”. Mi sa che “si fici i picciuli!”
Nel mio stomaco stava sopraggiungendo di nuovo un po’ di nausea. Per combatterla, l’ho affogata subito con le fragole al succo d’arancia, la colomba pasquale e le uova di cioccolato. Niente dolci di ricotta oggi, mi avrebbero fatto “acito”.
Il siculo tenta di andare a vivere da solo
U schiettu siculo tenta di andare a vivere da solo.
Ovunque nel mondo occidentale, se la prole ormai cresciuta decide di andare a vivere per conto proprio, quello è un momento di emancipazione dalla famiglia, di crescita e maturità. Un po’ quando anticamente il giovane partiva per la sua prima caccia.
Per la prole sicula ciò non accade. Eccovi un esempio tipico nel quale il pargolo siculo che è in ognuno di voi può rispecchiarsi.
Figghiu/ figghia : Papà…mamma vi devo comunicare una cosa importante!
I genitori interrompono improvvisamente qualsiasi cosa stiano facendo. Prima regola, non esordire con queste frasi se vostra madre sta friggendo qualcosa in padella e vostro padre si sta dedicando al bricolage con il martello in mano. Il dolore infertogli sarebbe raddoppiato.
Figghiu/figghia : Ecco, è difficile per me dirlo…
Padre e madre alternandosi: Devi accattare? (Sei incinta?) Hai incocciato? (Hai messo qualcuna incinta?) Truvasti travagghiu fuori? (Hai trovato una occupazione?) Ti ddroghi (Assumi stupefacenti ? ) Sei sciddicato/a? (sei diversamente eterosessuale? )
Figghiu/ figghia : No, no.. nessuna di queste cose! Ecco, io volevo dirvi che… (il tono di voce si affievolisce sino a diventare quasi inudibile) Si, ho deciso di andare a vivere da solo/a!
Padre: Un tà siddiari! Parla potabbile e mi ripeti cosa dicisti! Mi sa che c’ho un po’ di sordìa e devo andare dall’ottorino…
La madre invece, dotata notoriamente di superudito, ha compreso benissimo la scioccante rivelazione.
In Sicilia c’è una regola non scritta secondo la quale se abbandoni il tetto parentale le uniche due motivazioni plausibili e accettabili sono o che stai cercando “travagghiu” all’estero (estero inteso oltre lo stretto di Messina altrimenti puoi fare il pendolare) o che ti devi maritare.
In assenza di almeno una delle di cui sopra motivazioni aspettatevi le seguenti reazioni:
Abbandono della casa natìa da parte del Masculo Siculo:
Reazione del padre: ammiccamento verso il figghio masculo, gomitata di intesa , e speranza che la casa del figlio si trasformi in un luogo di perdizione dove la propria progenie maschile possa fare qualunque cosa lui non possa più fare o meglio, non ha mai potuto fare.
Reazione della madre: Cuore strappato violentemente dal petto, pianti e atti di isteria. Dopo la crisi, esame di coscienza sugli ultimi 365 giorni per capire i propri errori (‘un ci puliziai abbastanza la stanza? ‘Un ci piaci chiddu ca cucinu?). Infine, frasi che suscitano profondi sensi di colpa nel figlio paragonandosi ad un animale abbandonato per strada.
Reazione della nonna (scuotendo la testa): Sdisonorato! Niente ci insignasti?
Abbandono della casa natìa da parte della Fimmina sicula:
Reazione della madre: varie immagini che si susseguono nel suo cervello caratterizzate tutte dal medesimo leit motiv che fanno apparire la propria figlia come una brutta zitella pazza assomigliante agli “accumulatori seriali” dei programmi su RealTime.
Reazione del padre: improvvisa pietrificazione del viso e degli arti, flusso di pensieri che esplora tutta la sua vita, danneggiamento dell’organo visivo che gli fa apparire la figlia come se avesse 11 anni, immagini censurate su cosa possa accadere alla propria figlia da sola in casa .
Nonna (scuotendo la testa): Sdisonorata! Niente ci insignasti?
In conclusione, se volete andare a vivere da soli, il suggerimento è quello di accompagnare tale comunicazione con altra altrettanto scioccante tipo “sono diventato vegetariano e astemio!”
(Rox)
Aggratis
Parola ispiratrice, il cui potere persuasivo è più potente del canto delle sirene, che spinge improvvisamente il siculo, notoriamente “lagnuso”, ad abbandonare il divano natìo (con cui un momento prima era in simbiosi) al fine di raggiungere l’agognato evento non a pagamento affrontando mille ostacoli e peripezie (come masse di individui siculi spinti dalla stessa motivazione, che si muovono in auto alla ricerca disperata di un parcheggio).
Truscia (o truscitedda)
Risultato finale del metodo di packaging siculo utilizzato dal proprio parentado per confezionare cibi da asporto volti alla sopravvivenza nutrizionale dello schietto siculo fino al successivo baccanale domenicale. Tale tecnica ha il fine di rendere impossibile il deterioramento del suo contenuto in caso di disastro nucleare.
Tale preparazione consta di diverse e delicate fasi di avvolgimento e conservazione degli alimenti la cui struttura emula quella delle scatole cinesi ed il cui risultato finale apparirà come un innocuo sacchetto di plastica o una tovaglia i cui lembi esterni vengono legati tra loro senza far sospettare che in realtà per raggiungere l’agognato alimento ci vorrà l’intervento di Arsenio Lupin.
Cibo da asporto per gli schietti siculi
Cibo da asporto per gli schietti siculi
I single di tutto il mondo, che lavorano tutto il giorno, organizzano la spesa nei supermercati acquistando monodosi di surgelati, insalate e altri alimenti leggeri e pratici, da poter consumare per una pausa pranzo veloce ed un cena senza impegno pronta in cinque minuti.
U schiettu siculo ha tutt’altre abitudini.
Infatti la sua prima fonte di spesa sono i parenti: genitori, zii e nonni, la domenica è il giorno dedicato a nutrirsi con tutti i crismi per poter affrontare il resto della settimana fatto di stenti. Come i cammelli che fanno scorta di acqua per affrontare il deserto, il siculo fa scorta di cibo per affrontare il deserto del suo frigo.
Ma i parenti non si fermano al pranzo domenicale. Loro ti organizzano anche la sopravvivenza nutritiva per almeno i primi giorni della settimana successiva. In pratica ti trattano come un tossicodipendente, ti danno la massima dose alimentare la domenica e poi ti abituano lentamente alla disintossicazione.
Cosi, ogni siculo “schiettu” che si rispetti, non lascia la casa parentale senza alcuni cibi da asporto che possono variare in base alla pesantezza digestiva. La scelta non dipende assolutamente dal pranzo consumato ma solo dalla percezione visiva che hanno del tuo peso, generalmente 15 Kg in meno.
Cacuoccioli ripieni, miillinciani ammuttunati, frittatazza, cotolette fritte, alimenti semplici che puoi utilizzare come companatico per una leggera pausa pranzo. Se lavori con il pubblico, passi il pomeriggio ad esprimerti con suoni gutturali, mantenendo le distanze fisiche per evitare lesioni olfattive verso il prossimo.
Zuppe di lenticchie, di ceci e di fagioli, per darti una carica energetica durante la settimana, in pratica se li ingerisci la sera, vai a reazione per tutto l’indomani.
Innumerevoli filoni di pane che naturalmente non sono stati consumati durante il pranzo domenicale perché non c’era spazio nello stomaco, destinati a surgelamento nel freezer o a vendita all'ingrosso agli angoli delle strade.
Cassate, torte di mele, cannoli per una colazione da campioni, campioni di lancio verso l’aumento della glicemia.
Importante è il metodo accurato utilizzato per confezionare tali alimenti da asporto. E qui scopri perché lavino e conservino i barattoli di citrosodina e delle scatole di gelato. Questo sistema ha la funzione principale di far affrontare alle vettovaglie il viaggio massimo di 15 minuti senza rischio di incidenti seguendo le principali norme stabilite dai massimi esperti in sicurezza sulla strada.
Prima fase: l’alimento viene immesso o versato nel suo contenitore. In realtà questa fase della preparazione non viene mai visualizzata insinuando il dubbio che, con qualche formula alchemica, lo abbiano cucinato li dentro.
Seconda fase: il contenitore viene legato con degli elastici (una decina in modo tale che assumano la forma di una rete) per non far tracimare il suo preziosissimo contenuto ('ncuscienza sarebbe!).
Terza fase: il contenitore “retinato” viene avvolto da 20 strati di pellicola trasparente, (quella che anche se la tiri, si allunga ma non si strappa e può essere usata anche per il bungee jumping), per assorbire l’olio che trasuda dai contenitori.
Quarta fase: il contenitore “retinato” e “domopaccato” viene immesso dentro la busta di carta del pane, per non far trapelare il suo contenuto ai malintenzionati, non sia mai che te lo scippino. L’estremità di tale busta viene sigillata con della ceralacca .
Quinta fase, la busta di carta sigillata viene a sua volta immessa in una busta di plastica i cui lembi vengono annodati magistralmente usando le tecniche da marinaio veterano.
In pratica quando arrivi a casa devi chiamare Arsenio Lupin per aprire la confezione.
Tale metodo ingegneristico viene usato anche per costruire rifugi antiatomici.
(Rox)
A timpuliata
Avverbio di tempo siculo che indica un evento accaduto inaspettatamente e improvvisamente il cui gradimento che ne deriva, è equivalente al piacere procurato da una percossa inferta in pieno volto con la mano aperta.
Smurritiari
Azione svolta da aspiranti Mc Gyver siculi che consiste nel tentativo di sistemare un oggetto mal operante al fine di farlo funzionare nuovamente usando come strumenti solo le estremità degli arti superiori ed il proprio intelletto. Ma tra il pensare e il fare, c’è sempre di mezzo qualche pezzo meccanico che stranamente avanza ad opera terminata.
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