SiculoPedia
Cu nasci tunnu, 'un pò mòriri quatratu (e mancu piscispata)
Teoria antievoluzionistica sicula secondo la quale un individuo che nasce e si sviluppa con dei caratteri peculiari ereditati dalla discendenza o anche solo dalla vicinanza ad una “famigghia trinacriota” (generalmente carnivora, arancinivora, frittonivora, ricottonivora, etilinivora, birrozzonivora ecc.), nonostante i suo sforzi di cambiare forma e sostanza, è molto improbabile che alla fine del suo ciclo vitale si ritrovi con i valori del colesterolo, dei trigliceridi e della glicemia normali.
A u tempu i carestia ogni pirtusu è galleria
Stagione sicula caratterizzata da una forte carenza di contatti intimi con il prossimo. Tale privazione comporta un danneggiamento dell’organo visivo del trinacriota e, di conseguenza, della sua percezione del bello, per cui qualsiasi individuo che sfiora la sua sfera vitale, seppur detestabile per il senso estetico comune, gli appare in quel momento appetibile quanto una cassata siciliana appena sfornata.
L'erba tinta 'un mòri mai
Principio esistenziale siculo secondo il quale, in un insieme sistemico di creature trinacriote, gli individui perturbatori del quieto vivere altrui (i tinti), attecchiscono meglio degli altri anche a territori aridi e incolti (essendo anche loro aridi e incolti) rendendo inutile qualsiasi azione di estirpazione (perché se provi a “cafuddarli”, loro “ti nni rannu chiù assai”). Per la loro capacità di resistere alle avversità (costituendo loro stessi un’avversità), riuscirebbero a sopravvivere anche ad una apocalisse nucleare insieme agli “scravagghi” (scarafaggi).
Testa ca 'un parra si chiama cucuzza
Mutazione genetica che colpisce l’individuo siculo che non sa o non vuole esprimere una sua idea di senso compiuto, una sua idea che abbia un qualsiasi senso, una sua idea! Tale atteggiamento, protratto per un periodo di tempo eccessivamente lungo, lo porta a trasformarsi fisicamente ed intellettualmente in ortaggio dalla scorza esteriore molto dura in modo tale che i pensieri non possano più né entrare né uscire.
Scarpuzze e appizzamu o muru
Risposta di default che parte automaticamente dall’orifizio siculo alla domanda sui suoi programmi futuri (in particolare riguardo i week end, il natale, il capodanno, la pasquetta e le vacanze estive). Tale scottante questione fa scattare nella mente lagnusa del trinacriota un meccanismo di autodifesa che preferisce impegnarsi a programmare attività lunghe e noiose come cucire a maglia una notevole quantità di piccoli indumenti che hanno lo scopo di preservare gli estremi degli arti inferiori. La quantità in eccesso prodotta di tali indumenti possono infine essere utilizzati per adornare le pareti di casa.
A tràsi e nesci
Tecnica retorica e diplomatica sicula il cui contenuto del discorso, che in teoria dovrebbe avere lo scopo di esprimere una opinione riguardo ad una specifico argomento, risulta invece talmente arzigogolato che il flusso superfluo di informazioni si vaporizza non appena raggiunge il cervello dell’interlocutore, lasciando quest’ultimo con la sensazione di avere appena dialogato con il fumo di una “arrustuta”. Si paragona, per efficacia, alla tecnica della “supercazzola come se fosse antani”.
Accattati u parrapicca
Farmaco “orale” rivolto ad individuo che soffre di eccessiva logorrea, che è una malattia simile alla diarrea ma, a differenza di tale disturbo fisiologico, essa è caratterizzata da una eccessiva emissione giornaliera di parole il cui contenuto riguarda soprattutto vicende altrui. Tale trattamento consiste nell’inibire l'evacuazione di informazioni superflue inducendo l’individuo logorroico ad una stitichezza verbale.
Rimedio acquistabile da qualsiasi rivenditore autorizzato a mandarti a quel paese!
A schifìu finì
Valutazione dell’esito di una impresa che ha avuto risvolti talmente disastrosi da provocare nel siculo un senso di profonda repulsione e disgusto, come quando il trinacriota si trova propinato a fine cena un cotechino con lenticchie piuttosto di un bella teglia di “caddozzi di sasizza” con le patate o di un meraviglioso vassoio di cannoli con ricotta.
Fàri càriri a faccia 'ntierra
Stato di mutazione genetica riguardo ad una situazione talmente imbarazzante da causare uno scivolamento del volto verso il basso fino ad andarsi a schiantare al suolo. Tale trasformazione ha lo scopo di preservare la dignità del siculo occultandogli identità e connotati in modo da non risultare più riconoscibili in futuro.
Brunellu
Animale siculo appartenente alla famiglia dei rettili, caratterizzato dalla capacità di mutare aspetto, colore, opinione, vessillo politico o credo religioso a secondo dell’ambiente in cui si trova per ottenere dei vantaggi. Inoltre è dotato di una lingua retrattile che opportunamente viene usata per leccare il deretano del potente di turno al fine di ingraziarlo. Tale creatura si riconosce per il suo aspetto viscido e per i suoi occhi che invece di fissarti, roteano alla ricerca dell’essere dominante del territorio in cui si trova.